Balcanis Room 2: la Calabria lascia il segno

LA DISPOSIZIONE

Quest’anno la fazione è stata guidata da Danilo “Barabba” dei Mercenari di Catanzaro e la delegazione calabrese ha avuto anche un cospicuo numero di operatori provenienti dai Brothers in arms di Vibo Valentia, Unità commando Brutia e Brothers di Scalea.

Del nostro team 5 sono stati gli operatori a supporto della fazione, ripartiti, 4 nel team di monitoraggio e acquisizione nel centro abitato ed un operatore a supporto della catena di comando. 

Purtroppo tutto è iniziato in salita, il nostro QG per imprecisati motivi veniva posizionato dalla DE in un luogo che si potrebbe definire l’antitesi di quello che tatticamente, nella realtà, potrebbe essere scelto. Possibilità di comunicazioni con l’esterno del QG pari a zero, circondato da alture che davano un bella vista sul QG e nessuna seconda strada di accesso. 

LE ATTIVITA’ OPERATIVE

Arrivati venerdì notte, abbiamo subito preso il controllo di una struttura che potesse dare modo di controllare l’arrivo di veicoli verso il nostro QG. 

Sabato mattina avevamo il compito di monitorare un abitazione di cui si è potuti risalire attraverso la visione di un video con pochi particolari.

Individuata la casa eseguiamo una prima ispezione e rinveniamo mappe e cariche C4; eseguiamo l’acquisizione foto/video delle mappe e di tutto il materiale sospetto, ed a quel punto decidiamo di uscire. Successivamente abbiamo iniziato a collocare sull’ingresso della casa telecamere nascoste con controllo remoto e altre su via roma, sulla strada che dalla piazza di Colle San Magno portava in direzione dei 3 QG delle rispettive fazioni, inglese, Turco e Serbo.

Attraverso le telecamere individuiamo l’arrivo di personale con netto ritardo e con mimetica non conforme al regolamento. La cosa ci spiazza ed allo stesso tempo, l’assenza di comunicazione con il nostro QG, ci lascia nel dubbio più totale su quale fosse la fazione di questo personale.

Nel frattempo viene individuato un secondo gruppo di operatori in abiti civili a bordo di una fiat, che con atteggiamento sospetto iniziava a intercettare i movimenti di alcuni nostri operatori. A questo punto saltava la copertura di alcuni di noi, ma non tutti. Infatti nei pressi della Casa Target, al civico 15, avevamo lasciato telecamere, ma anche un nostro operatore che era riuscito nel frattempo ad integrarsi con gli autoctoni passando così, perfettamente, inosservato.

Dopo una serie di pedinamenti sul secondo gruppo decidiamo di andare a fare rapporto al nostro capo fazione, ma arrivati a destinazione, il tempo di aggiornare i nostri compiti nel centro abitato, che subito ci viene dato in consegna un ufficiale turco per essere trasportato al QG NATO (vedi foto in testata). 

 

Terminato il trasporto prigioniero veniamo avvisati dalle forze nato che operatori turchi avevano piazzato un ordigno in un bar del paese. A questo punto veniva predisposto un servizio di monitoraggio e controllo dei tre bar di Colle San Magno, ma le attività non portavano a nessun risultato.

Esplode l’ordigno che era stato piazzato in uno scatolo di cornetti, dove il nostro personale ha evitato di metter mano propio in osservanza delle norme igienico sanitarie.

Veicolo Turco

Successivamente localizziamo il veicolo fiat attenzionato in precedenza e che a seguito di riscontri risultava essere in uso ad operatori della fazione Turca. Tralasciando l’inosservanza del regolamento in quanto era sprovvisto di cartello identificativo, a questo punto decidiamo di farlo esplodere mediante C4, ma nonostante ciò il veicolo continua ad essere utilizzato, malgrado veniva fermato anche successivamente da personale NATO.

 

 

 

Declassato il paese ed il personale ostile all’interno, la nostra attenzione viene richiamata da un convoglio Turco a cui pochi minuti dopo si affiancava un convoglio Nato. A questo punto, utilizzando strade secondarie, decidiamo di rientrare al nostro QG per fare rapporto al nostro comando. Nel frattempo apprendiamo che in paese si sono scaldati gli animi tra “Turki” e Baschi blu e che le nostre unità in prima linea stavano subendo perdite. Lo sconforto ci stava calando sempre di più, sembrava che solo noi stessimo giocando seguendo e regole di ingaggio, ma in maniera magistrale il Comando decide di attestare più operatori possibili al “Checkpoint Tappo”.

In questo frangente noi della Krimisa Korps decidiamo di dividerci, quindi alcuni operatori si equipaggiavano per attestarsi a difesa del campo mentre un altro operatore con tesserino OSCE decideva di accedere in area ostile da infiltrato.

Passati 6 checkpoint elegantemente e senza dare nell’occhio si riesce ad arrivare fino all’ultima linea di difesa prima del QG Turko. Al Checkpoint di accesso al QG Turko, che veniva gestito dai membri del AWB e di atri team non meglio riconosciuti, con piena immedesimazione nel gioco veniva controllato e fatto entrare l’operatore dei Krimisa, ma una volta arrivato all’interno del QG, altri operatori tralasciavano l’immedesimazione e le info reali che erano state portate a riscontro per accreditare maggiormente la figura OSCE e, solo perchè conoscevano personalmente il nostro operatore, decidevano a prescindere di decapitare il nostro uomo che successivamente faceva ritorno al campo.

Questo episodio, nei confronti di uno di noi, ci portava definitivamente ad entrare nell’ottica “difendi il tuo compagno e distruggi tutto il resto“. 

Raggruppati al QG veniamo designati su 3 fronti differenti, tre operatori vengono inviati nel plotone d’assalto al QG Turko, uno sullo scambio tra serbi e Russi ed uno come UC di scorta al capo fazione.

Cala la notte, tutto fila come previsto, lo scambio tra Russi e Serbi fa si che i Serbi, nostri alleati, potessero sparare con artiglieria sul QG Turko e quindi interdire tutto il personale presente, contestualmente le nostre unità d’assalto prendono il controllo del QG Turko, ma all’improvviso sul nostro QG sbuca il vice CF dei Turki che a seguito di un disappunto con operatori della sua stessa fazione, decideva di collaborare con noi, ma ormai il suo contributo era vano, tanto che i nostri operatori erano già alla ricerca del soggetto che in precedenza aveva decapitato il nostro infiltrato.

Il target viene individuato e portato prontamente al nostro QG dove riceve un trattamento in perfetto stile “unità 731”.

La nostra mil-sim si conclude così.

ANOMALIE:

Molta gente non ha rispettato le regole più elementari del senso civico, figuriamoci se si poteva pretendere il rispetto del regolamento, che a nostro parere, purtroppo per “l’Italia” sono ancora troppo “innovativi”. L’organico della D.E. a nostro avviso era esageratamente esiguo rispetto alle attività previste ed al numero di operatori, che come già detto, non rispettando il regolamento, non sono stato certo d’aiuto alla D.E. stessa.

CONCLUSIONI

Per noi l’evento è stato comunque divertente, piacevole vedere un alto tasso di onestà dei partecipanti e trovare un comando di fazione che capisse bene il nostro modus operandi.

Piacevole anche la compagnia e lo spirito di aggregazione che si è instaurato tra i team con noi in fazione e per questo ci sentiamo già di aver vinto, oltre il risultato!

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